Cosa manca?
(Book, Public Art, Site Specific)
Redarre una lista della spesa rappresenta uno sforzo progettuale e organizzativo, nel quale le esigenze dell’individuo, del suo nucleo familiare e dell’ecosistema domestico di cui fa parte, si fondono alla consapevolezza dell’offerta del prodotto, della sua logistica e di tutte le variabili ad esso connesse. Attraverso una lista della spesa è facile risalire dalle abitudini dell’autore fino al sistema nel quale vive e alla sua cultura.
Presupponendo che ogni epoca abbia avuto le sue liste distintive, e che queste ci raccontino dettagli di vita vissuta, sarebbe interessante notare come la scrittura stessa della lista si sia evoluta nel tempo. Troviamo un esempio di questo cambiamento in una lista della spesa attribuita a Michelangelo Buonarroti, il quale disegnò le immagini dei cibi accanto al loro nome così che il proprio servitore analfabeta potesse acquistare correttamente quanto richiesto.
Da qualche anno raccogliamo liste della spesa abbandonate nei carrelli dei supermercati pubblicandole in un unico blog. Sono inutili dopo l’utilizzo, ma continuano a rappresentare una finestra aperta sulla vita degli altri. Una finestra su qualcosa che non conosciamo e non ci è richiesto di conoscere completamente.
C’è una sola cosa che si scrive solo per se stesso, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno. Umberto Eco
Riprendendo Eco, la lista della spesa si scrive solo per sé stessi, al pari di un diario privato, per fissare nella carta e quindi nella memoria le necessità personali quotidiane. Abbandonarla all’interno di un carrello significa aprire il diario ad un pubblico nuovo, inatteso, auspicabilmente disinteressato. Ma dal momento in cui viene lasciata incustodita inizia involontariamente a parlare e comunica a tutti qualcosa di chi l’ha scritta, i sue legami, le abitudini e le sue necessità. E tra le necessità che ci vengono rivelate, quella più profonda ed intima è proprio l’alimentazione, strettamente connessa alla salute della persona, e quindi alla sua vita.
L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia. Ludwig Feuerbach
Se spostiamo l’attenzione dall’individuo a come esso interagisce nel suo sistema, l’azione di fare la spesa costituisce il modo in cui ci rapportiamo con il mondo ed è il luogo in cui esercitiamo le nostre libere scelte di consumo, ovvero il luogo in cui modifichiamo la società influendo direttamente sul mercato.
Ogni nostro gesto produce una conseguenza e ogni segno che lasciamo è la traccia del nostro passaggio e parla di noi. In questo senso la lisa della spesa diventa un’arma contro le strategie di mercato sviluppate per massimizzare l’acquisto di beni non necessari inducendo bisogni imprevisti, e sfugge alla raccolta di informazioni sugli acquisti su cui vengono fondate le strategie di marketing degli stessi beni.
Di seguito l’allestimento di “Cosa Manca?” allinterno della rassegna “Eutopia, luoghi alimentari che non esistono… ancora” organizzata e curata dal collettivo artistico Panem Et Circenses
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